Anche stanotte le mucche danzeranno sul tetto

Anche stanotte le mucche danzeranno sul tetto Regia Aldo Gugolz (Svizzera 2020) durata 82’ Genziana d’oro miglior film - Gran Premio “Città Di Trento” Edizione 2021 Trento Film Festival Interpreti principali: Fabiano Rauber, Eva Clivio, Philippe Rauber, Bruno Lucas, Dominik Studer fotografia Susanne Schüle; montaggio Samir Samperisi; fonici presa diretta: Rico Andriolo, Vittorio Castellano, Marco Viale; musiche Stone Leaf disponibile sulla piattaforma www.inquota.tv (disponibile fino al 16 gennaio 2024)

Fabiano è perseguitato da incubi. Sono il riflesso della sua vita come erede della piccola azienda agricola del padre, in una valle isolata della Svizzera meridionale. Possiede cinquanta capre e otto mucche e sta facendo del suo meglio per continuare a produrre lo speciale formaggio d'alpeggio fatto dai suoi genitori hippie negli anni '80. Ma niente va come dovrebbe... È pieno di debiti, la malga che affitta per l'estate è fatiscente e la vendita del formaggio di capra non più redditizia. I suoi pensieri tornano a un incidente mortale occorso l'anno precedente a un lavoratore clandestino macedone. Il ricordo della sua morte lo perseguita, perché sente di esserne almeno in parte responsabile. Fabiano non è esattamente nella situazione ideale per formare una famiglia, ma sarà presto padre. La sua ragazza Eva è incinta, e spera di realizzare il suo sogno di una vita semplice immersa nella natura e circondata dagli animali.

“Anche stanotte le mucche danzeranno sul tetto”, grazie alla meticolosa abilità del regista Aldo Gugolz, mescola sapientemente bellezza, emozioni, introspezione e riflessioni. È un film che mette a nudo la complessità della vita in montagna, l’amore per un ambiente esplicitato in ogni fotogramma, un continuo dentro e fuori della vicenda che da l’input alla storia. La delicatezza delle riprese con i particolari e i dettagli dei musi degli animali che lentamente si dissolvono con i dettagli dei visi degli interpreti. Un suono d’ambiente, la pioggia che man mano aumenta, i tuoni del temporale che si avvicina, il vento, il rumore dei passi sui sentieri, che contrappunta, dapprima lieve e poi sempre più intenso, lo scorrere delle immagini. I dialoghi dei protagonisti sono essenziali come i movimenti lineari ma intensi dei loro volti. Mai sopra le righe, sempre adeguati alla narrazione. 

Un fotogramma del film © copyright Film Festival Trento

L’intensità espressiva è tale che in alcuni passaggi l’utilizzo della parola diviene superfluo. Il continuo passaggio dalla quotidianità alla riflessione introspettiva, i pensieri di Fabiano, le paure di Eva che, prima di scendere a valle per andare a partorire, accarezza il muso delle sue capre e quello del cavallo mentre impercettibili lacrime le rigano il volto. “Tutte le cose belle qui sono estremamente fragili o esposte a pericoli come l’alcolismo. È una piaga diffusa in tutta la valle, il fattore disturbante del nostro microcosmo felice” … “a volte penso far la valigia e scappare …” Ma un anno dopo la nascita di Santino si scopre la verità sulla morte di Nicola, il bracciante macedone che lavorava con Fabiano. Essenziale è la chiusa del film. Eva su un balcone di roccia che si affaccia sulla vallata richiama, con il suo verso tipico, le capre. Una silhouette che si staglia contro il cielo come in un dipinto neorealista sospesa fra realtà e fantasia. Un urlo liberatorio.

 “In quella stessa natura dove qualcuno cerca la resurrezione, altri trovano la morte. Il regista utilizza abilmente la cornice di un fatto di cronaca nera per trasportare lo spettatore con perizia audiovisiva (pregevoli fotografia e suono) nell'ambiente dell'alta montagna e presentargli Fabiano, giovane alla ricerca di un nuovo se stesso nella presunta pace idilliaca della montagna. Confuso da dubbi esistenziali e sensi di colpa, è nel nuovo ruolo di padre che il protagonista prova ad elaborare la relazione con il proprio, portando il film a riflettere con consapevolezza e profondità sul tema spinoso dell’eredità familiare e della possibile emancipazione dalla stessa.” (motivazione della giuria del Film Festival di Trento)

Scena finale del film "Anche stanotte le mucche danzeranno sul tetto" © copyright Film Festival Trento