Amore che vieni, amore che vai: nuova via per Mingolla, Amadio e Migliano a Oliena

L'itinerario, aperto dal basso, si sviluppa sul Torrione del Lanaitto del Monte Uddé: 250 metri di sviluppo, difficoltà fino all'8a
In apertura sullo splendido calcare del Lainatto © F.Mingolla

Michele Amadio, Andrea Migliano e Federica Mingolla hanno aperto la via Amore che vieni, amore che vai (250m 8a max, 7b+ obbl) sul Torrione del Lanaitto del Monte Uddé in Sardegna, che si trova in territorio di Oliena, nel Nuorese. La via è stata aperta dal basso e offre un mix di placche strapiombanti con spit obbligati, diedri e fessure da proteggere/integrare e una «roccia superba che solo il Lanaitto sa donare».

Federica Mingolla ci parla di questa avventura, che risale a gennaio. «Ero andata a Oliena a novembre con Federico Orlandini, per provare La forza del colore di Dal Pra. Non siamo stati fortunati con il meteo perché abbiamo trovato troppo vento, sul primo tiro era molto forte. Mentre scendevo ho buttato un occhio e sono rimasta colpita dalla bellezza della roccia, da quel grande antro e mi sembrava che ci fosse spazio per una nuova via. Pierino conosce bene il posto, mi sono informata a modo e, morale della favola...via libera».
Dal dire al fare il passo è stato molto breve. «È partito un giro di telefonate e abbiamo messo insieme la squadra con Michele Amadio e Andrea Migliano. Era una vita che non ci vedevamo per i rispettivi impegni e così ci siamo messi d'accordo per questa spedizione assolutamente disorganizzata. Siamo stati giù una decina di giorni, 4 in parete per aprire, un giorno per la mia libera».

Federica Mingolla in apertura © Matteo Pavana

Federica racconta di come abbiano cercato di spingere un po' sull'acceleratore. «Abbiamo provato ad andare vicino ai nostri rispettivi limiti, sia atletici che mentali. Abbiamo aperto dal basso: non è una via dove si scala da spit a spit e abbiamo lasciato anche delle sezioni da integrare. La via è in gran parte strapiombante, quindi ci si poteva permettere anche qualche volo».
La via è stata chiamata Amore che vieni, amore che vai. «L'idea era di seguire il filone delle vie che portano il nome di una canzone di De Andrè, come Hotel Supramonte per esempio. Lui era molto legato alla Sardegna, io e i miei amici siamo un gruppo di romantici malinconici (ride, ndr) e così è venuto fuori il nome di una canzone che ci piace tanto. Parla di un amore che è finito, ma lascia speranza anche per il futuro, il finale è positivo».

Federica al lavoro