Alt(r)i racconti. L'ultimo mulattiere delle Alpi

Tra le montagne della Valle Gesso, Luciano Ellena tiene in vita un antico mestiere ma soprattutto ha dimostrato come sia possibile compiere scelte che cambiano la propria vita e quella degli altri.
Luciano Bianco tra le montagne della Valle Gesso © Mattia Bianco

Con la chiusura dei rifugi di alta quota, Luciano Ellena tornerà a concentrarsi sulla formazione della prossima generazione di mulattieri. Da Lungaserra - “La terra dei Muli” - la sua casa in Valle Gesso, una delle più meridionali della provincia di Cuneo, ogni anno passa qualche decina di persone con in testa il sogno di cambiare vita e il desiderio di rallentare, di sfuggire all’imperativo di una società basata sulla performance. Sono attratti dall’idea di un mestiere antico che oggi può essere declinato in chiave contemporanea.

Si avvicinano a Luciano perché è lui l’ultimo vero mulattiere delle Alpi. In Italia c’è chi sul dorso di asini e muli ci carica gli zaini durante i trekking someggiati, o boscaioli che li usano per trasportare il legname a valle. Negli ultimi sedici anni invece Luciano Ellena ha passato tutte le sue estati a trasportare cibo e attrezzature nei rifugi della sua valle. All’inizio era uno solo, il Garelli, nel 2006. Ma un po’ alla volta la voce si è sparsa, il Parco naturale delle Alpi Marittime ha dato il suo appoggio, e così anche quelli vicini si sono convinti che l’elicottero non era l’unica strada possibile.

Nel 2001 Luciano aveva deciso che la sua vita sarebbe cambiata in modo radicale. Da dieci anni gestiva un bar nel centro di Cuneo, capoluogo della provincia, con sei dipendenti fissi e annessi edicola e ristorante. «Ma che senso ha?» si chiede oggi. «Cosa mi importa dei soldi? Cosa me ne faccio? Non mi è mai interessata quell’idea». Quando comprò il primo asino, qualcuno nel suo paese lo derise. «Vedi bene che tutti vendono e tu invece cosa fai? Cosa ne fai di quegli animali pieni di peli e pieni di pulci?». Oggi di animali ne ha venticinque e non c'è settimana in cui qualcuno si metta in contatto con lui per imparare il suo mestiere con in testa l'idea di cambiare vita.

Luciano Ellena © Mattia Bianco

Nel 2022 ha lanciato il primo crowdfunding per finanziare le attività didattiche della scuola. «Quando sei l’ultimo - dice - devi comportarti da ultimo e fare quello che non hanno fatto gli altri: insegnare». Grazie alle donazioni di 31 sostenitori, la scorsa primavera sette aspiranti “mastro mulattieri” hanno iniziato un percorso di dieci giornate spalmate durante l’anno.

I suoi allievi imparano prima di tutto a conoscere l’animale, rispettarlo e a instaurare un rapporto basato sulla fiducia. «L’equilibrio è fondamentale - dice Luciano -. Equilibrio nel rapporto con l’animale, ma anche equilibrio psicologico del conduttore. La negatività fa retrocedere gli animali: lo percepiscono e si irrigidiscono. Si interrompe la conversazione e noi veniamo percepiti come predatori. Un buon rapporto è quello in cui l’animale riceve attenzione e rispetto». Si imparano le tecniche per condurre gli equidi, per addestrarli, per caricare il basto. E poi la cartografia, l’orientamento, la botanica. Si impara come far stare bene gli animali, come comprendere il loro malessere.

In qualche modo Luciano e i suoi muli sono diventati un simbolo per chi si vuole sottrarre a un modello di società basato sulla crescita, a chi cerca uno stile di vita focalizzato sul benessere più che sulla competizione. A chi cerca un nuovo punto di partenza.

«Questo è un mestiere che ti arricchisce dentro. E quando sei ricco dentro, il denaro non è importante. Negli ultimi cinquant’anni abbiamo sbagliato a rincorrere l’idea di un lavoro che ti faccia accumulare soldi. Noi dobbiamo soprattutto vivere. E vivere bene. Ecco, questo è un mestiere che ti permette di vivere».

Luciano Ellena sui sentieri con il suo mulo © Mattia Bianco