In escursione tra i boschi della Val dei Mocheni © Simona BursiLa seconda edizione di un'iniziativa organizzata da Tsm|adm Accademia della Montagna, in collaborazione con il Comitato Pediatria di Montagna della Società Italiana di Pediatria, è stata l'occasione per approfondire un tema importante legato alla salute dei più piccoli: la promozione dell’educazione terapeutica dei piccoli pazienti affetti da asma e dei loro familiari, con lo scopo di contribuire a migliorarne il benessere e la qualità della vita.
Quest’anno l’evento (dedicato ai bambini asmatici di età compresa tra i 9 e i 12 anni, accompagnati dalle loro famiglie) si è svolto ormai quasi due mesi fa (sabato 25 maggio) ma le considerazioni e le testimonianze emerse in questa occasione non hanno limiti temporali. L'evento si è svolto nella verdissima Val dei Mocheni, in particolare a Baita Van Spitz, e ha visto la partecipazione di diverse figure professionali che sono intervenute durante lo svolgimento delle varie attività della giornata. Il meteo decisamente poco clemente ha solo in parte limitato il decorso dei lavori: la pioggia battente quasi costante, infatti, non ha frenato l’entusiasmo degli organizzatori e dei partecipanti. Come sempre accattivante l’intervento di Maurizio Fernetti, accompagnatore di media montagna, che ha condotto il gruppo in una breve escursione nei boschi circostanti la baita durante una transitoria finestra di miglioramento meteorologico, raccontando le bellezze della montagna con passione e slancio tali da incantare i presenti.
La restante parte della giornata è stata trascorsa al coperto e ha visto, inizialmente, la partecipazione del dott. Ermanno Baldo, pediatra e segretario del Comitato Pediatria di Montagna, il quale ha tenuto un’interessante lezione interattiva relativa ai numerosi benefici delle terre alte per i bambini asmatici, stressando il concetto che la montagna, in tal senso, debba essere considerata una vera e propria cura. Successivamente, bimbi e genitori si sono cimentati in vari laboratori esperienziali ben coordinati dalla dott.ssa Laura Franceschini, psicologa e psicoterapeuta, che ha coinvolto grandi e piccini in interessanti attività pratiche mirate all’acquisizione della consapevolezza e conoscenza di sé.
Ma il reale valore aggiunto di questa edizione, è stato la partecipazione di una ragazza eccezionale, grande amante e assidua frequentatrice della montagna, che ha combattuto fin da piccola (e convive ancora) con l’asma. Sto parlando di Sara Lazzari, trent’enne veneta dal sorriso splendido e dall’energia contagiosa, che ha impreziosito la giornata con la sua testimonianza diretta, raccontando la sua storia e incoraggiando bambini e genitori a non perdersi d’animo di fronte alla malattia. Sara, ex paziente dell’Istituto Pio XII di Misurina, deve molto alle terre alte e racconta: “Il mio percorso di cura a Misurina è stato di vitale importanza: tutti i miglioramenti del mio stato di salute son certamente dovuti anche a quel luogo. Son stata in cura per anni durante l’età più critica, poi, crescendo, ho iniziato ad avvicinarmi alla montagna da sola, sotto altri aspetti, quelli delle grandi soddisfazioni. La montagna mi ha permesso di credere maggiormente in me stessa e nelle mie capacità che, spesso, sono state screditate anche dagli stessi medici, i quali puntavano esclusivamente sui farmaci come possibili soluzioni di cura. L’ambiente montano mi ha accompagnata nella conoscenza più intima e profonda di me: ho imparato a dettare io il passo, a regolarizzare il mio respiro e, tutt’ora, il tempo trascorso ogni weekend in altura è per me fondamentale a livello di salute”.
Ormai l’intera comunità scientifica di settore sostiene che il soggiorno in montagna può e deve rappresentare un’ottima opportunità complementare alla terapia seguita dal bambino asmatico, in quanto in grado di combinare le caratteristiche fisiche dell'altitudine con il ridotto impatto dei fattori di rischio ambientali. Studi clinici e osservazionali condotti su pazienti affetti che hanno soggiornato in ambienti alpini hanno evidenziato un miglior controllo dei sintomi con una migliorata qualità della vita, una riduzione dei ricoveri e delle esacerbazioni (minore ricorso a farmaci da usare al bisogno) e un miglioramento della tolleranza all'esercizio fisico, persistenti anche nei mesi successivi al soggiorno. Ecco perché iniziative come questa sono di fondamentale importanza: si parte sempre dalla conoscenza e dalla consapevolezza di sé, delle proprie condizioni, delle proprie possibilità e dell’ambiente circostante per promuovere la salute e il benessere. Anche se molto ancora deve essere fatto, oggi esiste sicuramente una maggiore attenzione nei confronti del piccolo paziente asmatico della sua famiglia. Dobbiamo insistere su questa strada, che è quella giusta.