«Il “Sentiero n° 1 - Alta via dell'Adamello” fa parte dei quasi 1700 km di sentieri della Valle Camonica, tutti segnati con segnavia Cai e inseriti nella Rete escursionistica lombarda».
Franco Capitanio, Consigliere centrale del Cai, presenta così il
principale itinerario escursionistico adamellino da percorrere in più tappe, sul quale si è soffermato durante la terza puntata del programma televisivo
“Sentieri. La strada giusta”, andata in onda sabato scorso su Raiuno e Rai Italia.
“Sentieri. La strada giusta”
Realizzato in collaborazione con il
Club alpino italiano e condotto da
Lino Zani, Margherita Granbassi e Giulia Capocchi, il nuovo programma Rai, della durata di un’ora, conduce i telespettatori sui
percorsi escursionistici delle montagne italiane, con deviazioni per far scoprire i punti maggiormente d’interesse e gli aspetti peculiari delle aree circostanti. Le puntate in tutto sono
sette, in onda sempre su Raiuno e Rai Italia il sabato alle 14, a partire dalla prima dell’1 aprile scorso.
Corso d'acqua lungo l'Alta via dell'Adamello © Archivio Parco regionale dell'Adamello
85 km da percorrere con un occhio alla sostenibilità
La terza puntata, dedicata principalmente alla Via Valeriana, ha toccato solo la
prima parte dell'Alta via dell'Adamello, il cui tracciato, come spiega Capitanio, è stato
recentemente modificato.
«Il percorso originario, ideato nel 1969, parte dal Rifugio Tita Secchi al Lago della Vacca e arriva al Rifugio Garibaldi, per una lunghezza complessiva di circa 56 km. Si sviluppa interamente tra i 2000 e i 3000 metri di quota. Le modifiche degli ultimi anni, che interessano sia la parte iniziale che quella finale del sentiero, sono state apportate per permettere il collegamento con le stazioni ferroviarie di Breno e di Edolo. Oggi lo sviluppo totale di circa 85 km. Negli ultimi anni il Parco Adamello, durante la stagione estiva, mette a disposizione dei bus navetta da Breno a Bazena e dal Monte Colmo a Edolo, favorendo così la mobilità sostenibile».
L'alta via si sviluppa mediamente su
tracciati ben segnalati, ma, come evidenziano sia
Capitanio sia il
Parco regionale dell'Adamello sul
proprio sito, non mancano alcuni tratti
impegnativi, sia per esposizione che per conformazione del terreno.
«A chi lo percorre è richiesta una buona preparazione fisica, ma anche una discreta conoscenza dell’andare in montagna», spiega il Consigliere centrale del Cai. «Nel suo complesso il Sentiero n° 1 è considerato come un percorso per escursionisti esperti (EE). In anni particolarmente nevosi, nei canali e nei versanti esposti a nord, si possono incontrare tratti innevati: diventa dunque importante, al momento della prenotazione dei rifugi, chiedere informazioni sulle condizioni del percorso per dotarsi della giusta attrezzatura».
Dal
Rifugio Lissone al
Rifugio Garibaldi, l'Alta via dell'Adamello si sovrappone con
quattro tappe del Sentiero Italia CAI. «Inoltre dal Sentiero n° 1 partono dei percorsi per raggiungere il ghiacciaio del Pian di Neve e la vetta dell’Adamello, attraverso i passi Adamè, Salarno, Miller e Brixio».
Mucche al pascolo © Archivio Consorzio Silter
Storia ed enogastronomia
Oltre alle caratteristiche tecniche del sentiero, Capitanio ci tiene a sottolineare sia la
valenza storica dei luoghi attraversati, sia un aspetto più attuale, legato all'
enogastronomia.
«Durante il primo conflitto mondiale, qui si combatté la cosiddetta “Guerra Bianca”. Manufatti bellici sono ancora visibili soprattutto nella prima parte del percorso e nella zona del Rifugio Garibaldi».
Arrivando ai giorni nostri, come accennato, è da segnalare l'importante attività legata agli
alpeggi, soprattutto nella zona della
conca di Bazena e del
monte Crocedomini.
«Qui vengono prodotti formaggi di alta qualità come il Silter, il Bagos e il Brè. La qualità è conseguenza della varietà di flora spontanea che caratterizza i pascoli dove si alimentano le mucche. La zona è riconosciuta a livello nazionale proprio per la sua ricchezza botanica, derivante dall’unione di terreni geologicamente molto diversi tra loro. Questa è infatti una zona di contatto tra rocce magmatiche e rocce sedimentarie».
Panorama di Monte Isola da Sulzano © Luca Giarelli - Wiki Commons
Camminare al centro del Lago d'Iseo
La terza puntata di “Sentieri” ha toccato anche
Monte Isola, un territorio, usando le parole di
Brigitta Faverio, coordinatrice del Gruppo di lavoro “Giovani” del Cai,
«assolutamente incredibile, una vera e propria isola all'interno del Lago d'Iseo».
Anche Brigitta Faverio è intervenuta nel corso della puntata, conducendo gli spettatori alla scoperta di
una vera e propria montagna al centro del lago.
«Siamo saliti a piedi al Santuario della Ceriola, che può essere definito il punto più panoramico di tutto il Lago d'Iseo. Da qui si ha una visione a 360° di tutte le coste e di tutte le montagne che vi si affacciano. Abbiamo percorso la prima parte del Sentiero n° 1 (ovviamente non stiamo parlando dell'Alta via dell'Adamello n.d.r.), per poi collegarci, all'altezza dell'abitato di Cure, al Sentiero n° 2 e salire al santuario lungo l'antica via crucis».
Monte Isola, oltre a essere un luogo
«che unisce in sé le caratteristiche peculiari delle isole e delle montagne, una condizione che ne amplifica il senso di isolamento», è frequentabile con attenzione all'ambiente e alla sostenibilità.
«L'isola è raggiungibile dai paesi affacciati sul lago attraverso un sistema di vaporetti, l'utilizzo dell'automobile è consentito solo ai residenti. Usare l'auto, oltre che vietato, è del resto anche vivamente sconsigliato, dato il sistema viario ripido e stretto. Il modo migliore per godere appieno di questo incredibile territorio sono naturalmente le nostre gambe e i nostri piedi. Il ritmo lento ci permette infatti di apprezzare davvero le sue peculiarità uniche, che consiglio a tutti di scoprire».
La vista dal Santuario della Ceriola © Brigitta Faverio
Il Gruppo di lavoro “Giovani” del Cai
Durante la camminata a Monte Isola con G
iulia Capocchi, Brigitta Faverio ha parlato anche del
Gruppo di lavoro “Giovani” del Cai, istituito per la prima volta nella storia del Sodalizio all'inizio di quest'anno.
«I giovani soci e le giovani socie sotto i 40 anni hanno potuto iniziare a confrontarsi, con idee all'insegna del saper fare e del saper essere, in occasione del primo Camp GiovanE Cai dello scorso novembre sulle Apuane. Qui sono nati otto tavoli di lavoro per discutere su altrettanti temi che riteniamo fondamentali per mantenere il nostro Sodalizio in salute e in attività. Sto parlando di ambiente, attività, cultura, socializzazione, scuola, vita di sezione, comunicazione e informatizzazione. Ogni tavolo si è posto obiettivi specifici, da raggiungere a breve, medio e lungo termine».
Il principale
obiettivo a breve termine, trasversale a tutti i tavoli, è stato raggiunto:
«si tratta dell'organizzazione della seconda edizione del Camp. L'appuntamento è in programma tra pochi giorni, dal 22 al 25 aprile a Corvara (BZ)».
Gli obiettivi a medio e lungo termine riguardano principalmente il
supporto da assicurare ai soci under 40 che vogliono dare vita a Gruppi Giovani e Juniores a livello sezionale.
«Vorremmo creare reti regionali e sovra-regionali per organizzare attività culturali, escursionistiche e alpinistiche, ma anche, perché no, semplicemente per incontrarci e scambiare idee. Ci piacerebbe riuscire a mettere le competenze personali e professionali che ogni giovane possiede al servizio del Sodalizio. La nostra intende essere un'opera di sincronia e di collaborazione con gli Organi tecnici e le altre strutture già presenti all'interno della nostra associazione, fornendo un punto di vista magari diverso, ma che possa aiutare il Club alpino italiano a proseguire proficuamente la propria attività almeno per i prossimi 160 anni».
Da sinistra a destra, Lino Zani e il Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani © Rai
Giovani, clima, Sentiero Italia CAI e sentieristica
Questa puntata di “Sentieri” ha visto anche l'intervento del Presidente generale del Cai
Antonio Montani che, conversando con
Lino Zani, ha fatto il punto sul presente e il futuro del Sodalizio, tra
dialogo con i giovani, Sentiero Italia CAI, crisi climatica e rete sentieristica.
«Vogliamo far capire, soprattutto alle nuove generazioni, che i sentieri sono un bene pubblico che deve essere curato da tutti i cittadini, a partire proprio dai più giovani. Siamo in una società dove è davvero difficile chiamare i ragazzi a prendersi delle responsabilità e a riservare una parte del proprio tempo al volontariato. Allo stesso tempo, però, devo dire che i giovani sono in grado di dare risposte entusiasmanti».
Relativamente al
clima, Montani è convinto che anche la prossima estate sarà
purtroppo drammatica a causa delle conseguenze dell'aumento delle temperature.
«Questa situazione fa riflettere sul fatto che sia gli amanti della montagna che i frequentatori occasionali devono cambiare il proprio modo di approcciare le Terre alte. La frequentazione deve essere sempre più rispettosa, tutti noi dobbiamo cambiare davvero il nostro stile di vita se vogliamo incidere in maniera significativa nella mitigazione degli effetti del riscaldamento globale».
Il Presidente generale, come accennato sopra, si è soffermato anche sul
Sentiero Italia CAI, attraverso il quale
«promuovere le Terre alte aiutando le popolazioni che nelle Terre alte vivono e che hanno bisogno di economia per poter continuare a stare in montagna», e la necessità di una
Legge quadro sulla montagna che definisca il sentiero.
«Oggi le leggi sulla sentieristica sono di competenza regionale, a livello nazionale non esiste una norma che definisca in maniera univoca che cosa sia un sentiero. Questo comporta una serie di problematiche, tra cui la non uniformità della segnaletica lungo i percorsi escursionistici, che deve rispettare regole diverse da regione a regione».
Per rivedere la terza puntata di "Sentieri. La strada giusta"
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