di Saro Costa
Alba sull'Adula © Giacomo MeneghelloIl progetto è semplice, salire le 42 cime di 3000 metri delle Alpi Ticinesi muovendosi esclusivamente a piedi, cercando di dare continuità alle giornate, in uno stile leggero alla ricerca della fluidità nei movimenti e nella progressione. Questo non per impiegare un'ora o un giorno in meno ma per provare anche solo qualche istante a sentirsi un camoscio, a guardare l'orizzonte e cercare di raggiungerlo, vivere giornate lunghe e stancarsi per stare bene.
Scoperta e ri-scoperta di queste montagne, molte delle quali non avevo mai salito mentre altre le conoscevo bene sia in veste estiva che invernale ma percorrerle in questa occasione è stato speciale e soddisfacente.
Con neve già presente in quota e brutto tempo, tutto è stato più faticoso da affrontare e ogni giorno piccozza e ramponi sono stati indispensabili, in origine pensavo di muovermi quasi solo con scarpe da trail ma le condizioni mi hanno fatto cambiare i piani.
Tamierhorn © Giacomo MeneghelloIl viaggio
Ambienti selvatici, grandi dislivelli tra valli e cime, luoghi spesso poco frequentati sono le caratteristiche principali di questi monti dove le difficoltà sulla carta non sono mai importanti e i nomi non sono altisonanti ma l’ingaggio è garantito ed è fondamentale sapersi muovere fuori traccia e su rocce mobili, su prati ripidissimi e infinite pietraie che mettono a dura prova le gambe oltre a creste affilate e ghiacciai che seppur in forte recessione mostrano ancora la loro bellezza.
Un concatenamento sognato a lungo fin da quando leggevo da ragazzo le bellissime guide delle Alpi Ticinesi di Giuseppe Brenna, un autore d’altri tempi come Gino Buscaini o Maurice Brandt, persone capaci di presentare le montagne in maniera completa e appassionata dove le vie e le difficoltà sono solo alcuni elementi che si mischiano a storia dell’alpinismo, toponomastica, geologia e osservazioni personali, parole capaci di farti partire ad esplorare anche tu quei territori.
L'amico Giacomo Meneghello ha deciso di imbarcarsi in questa missione e supportarmi in molti aspetti dalla logistica al preparare da mangiare in capanna, dalla documentazione fotografica al salire con me molte cime, un aiuto indispensabile senza il quale non sarei avanzato molto.
Durante dodici giorni di cui nove in attività e tre fermo per maltempo, ho percorso 274 km e 24.764 metri di dislivello attraverso creste e ghiacciai, boschi e pascoli, neve, roccia, terra e asfalto.
Un semicerchio da est a ovest seguendo l'arco alpino, da Dandrio in Val Malvaglia fino a Dalpe in Leventina passando per il Lucomagno, Airolo e la Val Bedretto.
Oltre alla soddisfazione personale di mettersi alla prova sotto il punto di vista psicofisico, questo progetto ha anche lo scopo di far conoscere le montagne ticinesi, montagne che riservano spazi ancora selvaggi e poco frequentati dove trovare l'avventura sopra casa. Adula, Basodino e Pizzo Rotondo sono nomi conosciuti ai più ma Vernokhörner, Cavergno e Crozlina magari meno.
Siamo partiti dopo lunghe giornate piovose con aspettative vaghe e meteo ostile, passo dopo passo siamo stati ripagati per gli sforzi fatti. Durante i primi tre giorni abbiamo coperto la zona est, dalla regione dell’Adula al Piz Terri poi il quarto giorno è servito per la zona nord orientale dalla Greina fino al Passo del Lucomagno, il quinto giorno per la zona nord occidentale fino in Val Bedretto dove il sesto giorno abbiamo deciso di stoppare per brutto tempo. Tre giorni dopo con l’arrivo dell’alta pressione riprendiamo da All’Acqua per concludere le zone rimanenti quindi Pizzo Gallina, gruppo del Basodino e gruppo del Campo Tencia nel cuore del Ticino.
Delle 42 cime scelte, il Kastelhorn non è stato salito per troppa neve e ora tarda e rimane quindi ancora da realizzare un concatenamento senza interruzione e con tutte le cime. Su Strava sono visibili tutte le tappe.