Dopo tre anni dall’ultimo censimento, il personale dei Parchi naturali Alpi Marittime e Marguareis è tornato a monitorare la popolazione di camoscio nell’ottobre 2024. L’attività, condotta con il metodo del block count (conteggio a vista su aree delimitate), ha permesso di rilevare complessivamente 3718 camosci: 2284 nelle Alpi Marittime e 1434 nel Marguareis. Tuttavia, le condizioni climatiche avverse e una scarsa visibilità hanno reso il rilevamento particolarmente difficile, con una significativa quota di animali non classificabili per sesso ed età.
Dati sottostimati e tendenze preoccupanti
Le condizioni meteorologiche del periodo, caratterizzate da temperature miti, assenza di neve e frequenti piogge, hanno limitato l'accesso ad alcune zone e ridotto l'osservabilità degli animali. Ciò ha probabilmente portato a una sottostima della popolazione reale. Il dato registrato nelle Alpi Marittime – il più basso dal 1983 – riflette una tendenza negativa che ha origini nel passato: l’inverno 2008-2009, con abbondanti nevicate, e un’epidemia di cherato-congiuntivite avevano già provocato un drastico calo della popolazione, cui non è seguita una ripresa significativa.
Una questione non solo locale
Il calo registrato nelle Alpi Marittime sembra inserirsi in un contesto più ampio, interessando anche altre aree alpine. Le cause di questa diminuzione generalizzata sono ancora oggetto di studio, al netto di eventi eccezionali come epidemie o condizioni climatiche estreme. Questo monitoraggio, nonostante le difficoltà, rimane fondamentale per comprendere l’evoluzione della popolazione di camoscio e affrontare eventuali criticità che possano minacciarne la conservazione.