Oltre cento persone hanno partecipato
domenica 9 ottobre scorso al
raduno regionale voluto dalle
Commissioni di alpinismo giovanile e tutela ambiente montano del Cai Lazio.
La faggeta del Monte Cimino
Il lungo serpentone di escursionisti si è immerso nella
faggeta del Monte Cimino, in provincia di Viterbo, in un periodo dell’anno suggestivo per i colori ambrati d’autunno.
«Il gruppo è passato dapprima sotto dei meravigliosi castagni millenari e poi tra le vetuste faggete di Soriano nel Cimino, tra le più maestose ed imponenti dell'Italia centrale e, dal 2017, proclamate dall'Unesco come “Patrimonio naturale dell'Umanità”», spiega la nota congiunta delle due commissioni regionali. «La faggeta si estende sulla sommità del Monte Cimino a oltre 1000 metri di altitudine, in un suggestivo scenario naturale, e occupa un’area molto vasta di oltre 50 ettari di terreno. Nel bosco sono presenti molte varietà di alberi ed arbusti, sebbene il vero patrimonio sia costituito dai faggi secolari, alcuni dei quali superano i 200 anni di età».
Foto di gruppo dei partecipanti © Cai Lazio
Massi Trachitici e Rupe Tremante
La giornata si è aperta con i saluti di rito da parte di
Ilo Berni, Vicepresidente del Cai Lazio e componente della Commissione regionale Tam Lazio, il quale ha ringraziato tutte le sezioni Cai partecipanti:
Amatrice, Antrodoco, Cassino, Latina, Monterotondo, Palestrina, Rieti, Roma e Viterbo. Poi la parola è passata ad
Antonio Di Grottole, componente della Commissione centrale Tam, che ha spiegato il senso di una giornata trascorsa tra le faggete del Monte Cimino immersi nella natura. Altri interventi quelli di
Monica Festuccia, presidente Commissione Tam Lazio, e
Luca Valeri, vicepresidente Commissione Ag Lazio.
Lungo il percorso gli escursionisti hanno anche potuto ammirare la serie di
Massi Trachitici che, come ha spiegato
Antonio Di Grottole,
«sono rocce magmatiche effusive, testimonianza dell’importante attività vulcanica dell’area circostante».
Ulteriore attrazione è stata quella della
Rupe Tremante: un masso posto in bilico su un’altra roccia che sembra oscillare se sollecitata.
«Un’uscita, voluta fortemente dalle due Commissioni che collaborano da anni, che ha permesso finalmente di tornare a vivere la montagna, camminando insieme per conoscere e creare i presupposti per la tutela di domani. Fondamentale proprio per questo la presenza di molti bambini e ragazzi dell’Alpinismo Giovanile che si spera divengano le future sentinelle che dovranno vigilare su questi meravigliosi territori per la Montagna di domani».