Alison Jane Hargreaves © Facebook Alison Jane HargreavesAlison Jane Hargreaves nasce il 17 febbraio 1962 a Belper, in Gran Bretagna. Nel suo orizzonte non ci sono montagne, ma la vita in rodati binari di una figlia un po’ cicciottella della borghesia inglese. È destinata a laurearsi a Oxford e intraprendere un mestiere per bene, ma la montagna cambia la sua vita e la allontana dalle scelte che ci si aspetterebbe da una brava ragazza del Derbyshire. Alison scopre la scalata ed è attratta dall’avventura. Passa in fretta dalle piccole falesie di casa alle grandi pareti alpine e himalayane, rivelando una tecnica eccellente e soprattutto una grande determinazione. Nel 1988, al sesto mese di gravidanza, scala la parete nord dell’Eiger in solitaria. La nascita di Tom e poi di Kate non fermano il suo alpinismo, al contrario. Nell’estate del 1993 si mette in luce scalando il Linceul alle Grandes Jorasses, la nord del Cervino, la nord est dell’Eiger, la nord est del Pizzo Badile, la nord del Petit Dru e la nord della Cima Grande di Lavaredo in ventitré ore e mezzo complessive, ma non consecutive. Il mondo alpinistico si stupisce, eppure Alison resta una ragazza in cerca di sponsor. Nel 1994 tenta per la prima volta l’Everest, da sola e senza ossigeno, ma deve rinunciare sopra Colle Sud. Ci riprova nella primavera del 1995, dal lato settentrionale. Arriva in cima il 13 maggio, in completa autonomia e senza bombole. Un’impresa straordinaria, applaude Messner.
© Facebook Alison Jane HargreavesDopo l’Everest potrebbe anche fermarsi. Finalmente è riconosciuta per quello che vale, finalmente i giornali parlano di lei, finalmente potrebbe tirare il fiato. Divisa tra la grande passione e i doveri di moglie e madre, va di nuovo contro corrente e sceglie ancora gli Ottomila. Darà sfogo alla sua ossessione e forse potrà mantenere i suoi bambini, dopo che il marito Jim Ballard ha inanellato una serie di fallimenti economici. Ed ecco che Alison progetta di salire le tre montagne più alte della terra – Everest, K2, Kanchenjunga –, ancora sola e senza ossigeno. Rientra in Inghilterra per qualche giorno e riparte subito per il K2, che intende salire nella stessa stagione per approfittare dell’acclimatamento. Raggiunge la vetta in una piccola finestra di bel tempo, ma non torna indietro. Scompare in discesa il 13 agosto 1995, nella tremenda bufera che decima gli uomini e la donna di vetta. Nella parte superiore della montagna si alzano raffiche a quasi duecento chilometri orari. Qualcuno li vede con il binocolo dal campo base, letteralmente sollevati dal vento e scaraventati nel vuoto. Nessun corpo viene ritrovato. Solo Jeff Lakes riesce a raggiungere il campo 2, ma muore lo stesso di sfinimento.
Si scatenano le polemiche e di nuovo Alison è il bersaglio di critiche e incomprensioni, anche da morta, perché ha lasciato un vedovo e due orfani. A una donna non è perdonato.