Alexander Huber: "Ora scalo sul verticale, arrampicare è completarsi"

Il climber tedesco questa primavera ha aperto alcune nuove vie di più tiri nella falesia "a tre minuti da casa, con uno stile diverso. Dove non arriva più la forza, la tecnica ti aiuta"
Alexander Huber

Alexander Huber è in vacanza vicino a Cecina con la famiglia. Lo scalatore tedesco si è concesso un po' di mare, anche perché, come ci spiega lui stesso "per me l'acqua è sempre calda, anche se fuori e freddo, quindi faccio il bagno volentieri". Il 2024 di Huber è stato complicato da problemi di salute, una operazione per un tumore benigno al cervello. Il tutto sembra però ormai piuttosto lontano e già si contano diverse nuove realizzazioni tra la fine dell'anno scorso e l'inizio di questo 2025. Alexander ha 55 anni solo per l'anagrafe.


Die Goldene Mitte, Zentrale: cosa ci puoi dire di queste due nuove vie?
Sono due belle vie in una parete a soli 3 minuti da casa, quindi sono davvero comodo. L'esposizione è a sud, quindi è una falesia buona per l'inverno. Ci sono 25 vie al momento, ma direi che c'è ancora spazio per ricavarne un'altra decina senza forzare.


Zentrale presenta una linea interessante per vari motivi.
Non è una via estrema, il grado massimo è 8b. Ma la parete è circa 80-100 metri e questa via di tre lunghezze è un buon allenamento. Il primo tiro è 7b, il secondo 8a, il terzo 8b. È un crescendo, non è molto strapiombante, non come altre vie che hanno caratterizzato la mia arrampicata. Solca la parete proprio al centro, offre una bella linea.


Pochi mesi fa hai liberato Mythos, 8c+. Ti muovi su difficoltà sempre elevatissime.
Anche questa via è molto vicino a casa, sono 10 minuti a piedi. Sono 76 metri e anche in questo caso lo stile è più verticale rispetto alle mie vie degli anni '90, che erano extra-strapiombanti. Ho perso tanta forza, ma la tecnica, sapere usare i piedi, funziona ancora totalmente ed è sempre bello evolvere come scalatore. Ho sempre pensato che la vera ricchezza dell'arrampicata sia nella diversità delle possibilità.

Alexander su Mythos © H. Zak

La Bavarese (8b+) a Punta Giradili invece ha tutto un altro stile.
Ha uno strapiombo di 70 metri, esce più che il grande tetto di Pan Aroma, alla Cima Ovest di Lavaredo. Ho aperto La Bavarese dopo che mi avevano già portato a fare Oiscura, di Gianni Canale. Una via che ho liberato perché al bar c'era una lettera con un invito per me, un invito che ho accolto volentieri. La Bavarese supera la grande Grutta Pintata e segue i primi tiri di Nike, poi sale per altri tre. L'ambiente è stupendo. Quando sono stato lì la prima volta ho immaginato una grande linea che potesse solcare quel tetto, in un posto magico. L'ho aperta e l'ho liberata, anche se ci sono dovuto tornare in un secondo momento per riuscire a chiuderla.

Spettacolare scatto su La Bavarese © R. Felderer


 

In free solo all'Aguglia di Goloritzè © Timeline Production

Sei tornato anche al free solo, ma con un approccio diverso.
Dopo il 2008 non volevo fare altre cose in free solo, non è cosa da fare continuamente per quanto mi riguarda. Espone a grandi rischi e sul Grand Capucin o alla Cima Grande di Lavaredo avevo già fatto cose di grande soddisfazione. Pensavo davvero che fosse tutto finito per me, ma quando ho visto la Aguglia di Goloritzè ho capito che non potevo resistere. Arrampicare sul 6b+ per me significa scalare su difficoltà che gestisco bene, non è una grande avventura, ma in free solo devi mettere molto rispetto, perché qualsiasi sia la difficoltà, la conseguenza è sempre la stessa. Questo impone un approccio di un certo tipo, ma l'eleganza di vivere l'arrampicata nella sua forma più pura, quasi perfetta, in un ambiente del genere è una ricompensa incredibile.


Cosa farai quest'anno?
Avrei avuto un progetto per la primavera, ma poco più di una settimana fa mi sono rotto un mignolo e ora sono in pausa. Questa estate però andrò con Dani Arnold e Simon Gietl in Perù, a scalare lo Jirishanca. Siamo una bella squadra insieme, mi piace l'atmosfera che si crea tra di noi.