Al rifugio Faloria il primo kit di telemedicina delle montagne venete

Saranno in tutto dieci gli zaini che saranno collocati in altrettanti rifugi della regione, grazie al progetto che vede coinvolti il Cai Veneto e il Soccorso alpino bellunese
Il Rifugio Faloria © Archivio Rifugio Faloria

Uno zaino rigido, facilmente trasportabile, e al cui interno si trova una bodycam, un pulsimetro, un misuratore di pressione arteriosa e un elettrocardiografo a 12 derivazioni pronti all’uso. Queste le caratteristiche del primo kit di telemedicina “ad alta quota” del Veneto, attivo dalla scorsa settimana al rifugio Faloria.

Il kit rientra in un progetto voluto dalla Regione Veneto con la collaborazione dell’Ausll 1 di Belluno e la consulenza del Cai Veneto e del Soccorso Alpino Bellunese. I prossimi mesi, dopo la necessaria formazione del personale, altri nove zaini saranno collocati in altrettanti rifugi con alto afflusso di escursionisti e lontani dalle vie di comunicazione.

«Con questo servizio la provincia di Belluno si colloca ai primi posti in Italia, e non solo in Italia, nel fornire al turista un servizio migliore, attraverso una più rapida disponibilità di informazione sulla sua salute, consentendo di accrescere la qualità e tempestività delle decisioni dei professionisti sanitari, particolarmente utili nelle condizioni di emergenza e urgenza», si legge in una nota del Cai Veneto firmata dal presidente Renato Frigo.

Lo scorso 11 gennaio il kit di telemedicina destinato al rifugio Faloria è stato  sperimentato alla presenza di Giulio Trillò (direttore Suem 118 Ausll 1), Alex Barattin del Soccorso Alpino Bellunese, il sopracitato Renato Frigo, Renato e Massimo Pavan della segreteria tecnica, ideatori e fautori del progetto assieme alla Regione Veneto.

Sono stati eseguiti tutti i test riguardanti il funzionamento della strumentazione presente nel kit di telemedicina, il collegamento con la centrale operativa 118 di Belluno, e una serie di simulazioni dal vivo, effettuate autonomamente dal personale del rifugio Faloria e dai militari dell’Arma dei Carabinieri. Questi ultimi già svolgono un importante lavoro sulle piste da sci di primo soccorso e di controllo. Tutte le procedure sono state svolte da volontari che hanno dato la propria disponibilità nell’utilizzo della strumentazione, autonomamente in collegamento telefonico, con la direzione della Centrale Operativa 118 Ausll 1.

La supervisione è stata effettuata da parte del direttore del Suem118 dottor Giulio Trillò, il quale alla fine della verifica ha manifestato la propria soddisfazione per il risultato ottenuto, per la qualità dei risultati trasmessi e per l’impegno dei soccorritori volontari.

La realizzazione del kit di telemedicina è stata possibile grazie alle risorse messe a disposizione dal Fondo Comuni Confinanti nell'ambito del progetto “Miglioramento dell'offerta turistica di alta montagna nelle aree di confine della Provincia di Belluno”.