27.02.2024 - - - ambiente cronaca escursionismo
«Proprio adesso che abbiamo bisogno di loro ascoltiamoli». M. Brunello © Social di Mario BrunelloAll’alba di mercoledì 21 febbraio, il violoncellista Mario Brunello si è recato presso la foresta di Fiames, sopra Cortina d’Ampezzo, dove iniziava l’abbattimento di oltre 500 alberi, necessario per fare posto al cantiere che ospiterà la costruzione della nuova pista da bob delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026.
«La sera prima ero rientrato da un concerto a Lisbona – ci ha raccontato Brunello – ma volevo essere presente per portare una piccola testimonianza. Quando siamo arrivati sul posto gli alberi cadevano al ritmo di uno al minuto, poi le motoseghe si sono fermate perché i lavori erano stati avviati in fretta e furia visto che era presente in zona una commissione del Comitato Olimpico Internazionale. Ma il cantiere non era ancora stato delimitato. Questa pausa inattesa mi ha consentito di suonare un paio pezzi in quello scenario assurdo, prima che ricominciasse tutto come prima».
Che musiche ha scelto e perché?
«È stata una vera e propria improvvisazione. Nella prima parte di bosco, i larici da abbattere erano ancora in piedi, ma segnati con una croce di vernice sul tronco. Lì ho suonato Il Cigno di Camille Saint-Saens per l’assolo che ha ispirato il famoso balletto. Volevo dare voce, con il canto del cigno, a questi straordinari esseri viventi muti. Più avanti mi sono seduto sul ceppo di un albero appena tagliato e ho suonato Stelutis Alpinis, evocando il testo che racconta di stelle alpine cresciute dal sangue dei soldati morti in montagna durante la Grande Guerra».
Tanti anni fa un albero ha donato il legno con cui è stato costruito il suo violoncello…
«Il mio strumento è stato realizzato cinque secoli fa a partire da legno già vecchio di qualche centinaio di anni. Mi piace pensare che l’albero tagliato per realizzarlo abbia continuato a vivere nei suoni e nella bellezza che ha saputo regalare all’umanità. La foresta di Cortina, invece, viene abbattuta per niente, anzi, esclusivamente per un discorso di profitto economico».
In passato sono stati numerosi i suoi concerti nei boschi, sia per celebrare l’abete rosso utilizzato da Stradivari nella realizzazione dei suoi strumenti, sia per piangere la distruzione di un prezioso patrimonio naturale dopo la tempesta Vaia. Che sensazioni ha ricevuto suonando a Cortina?
«Sentivo che questa volta la situazione era disperata; sapevo fin dall’inizio che non si sarebbe ottenuto nulla. Ma era importante condividere un messaggio attraverso la musica: la costruzione di quella pista è un insulto verso ciò che accade nel mondo. È un’opera fondata esclusivamente sull’opportunità economica senza tenere in conto il futuro del pianeta. Oltretutto nel cuore delle Dolomiti, di un territorio così fragile e unico che ci dovremmo adoperare per preservare in tutti i modi. I soldi stanziati andrebbero spesi per ripristinare l’ambiente, non per infliggergli un’ulteriore ferita».
Che rapporto esiste tra musica e politica?
«La musica è un gesto politico. L’arte in generale è un fatto quotidiano, fa parte della nostra vita di tutti i giorni ed è anche lo strumento con cui trasmettiamo il nostro modo di essere e di pensare. Io sono appassionato di montagna, voglio adoperarmi per la difesa dell’ambiente che amo».