Adolfo Kind e l’alba dello sci in Italia

Nel primo Novecento nasce in Italia lo sci alpino grazie alla visione di Adolfo Kind. Dallo Ski Club di Torino alle prime ascensioni con gli sci, una storia di sport, avventura e innovazione.
Adolfo Kind con 2 amici sciano sulle nevi della Valle Pellice, in Piemonte © Wikimedia Commons

Il 24 aprile 1905 – certifica l’accurata nota dell’ascensione – “i signori ing. Adolfo Kind, Ettore Canzio, Mario Corti, da Torino per Verrès si recavano a pernottare a Fiéry (1878 m), il cui albergo è aperto tutto l’anno. Il giorno dopo ne partivano alle 3.15 diretti alle Cime Bianche; i primi ripidi pendii, che erano di neve dura, furono superati con ramponi; più in alto, la neve essendosi fatta sufficientemente soffice, vennero calzati gli ski. Il colle est delle Cime Bianche fu attraversato alle 10, e verso le 15 veniva raggiunto il Colle del Breithorn (3834 m), mentre all’intorno si scatenava una furiosa bufera proveniente dall’Oberland. Deciso il ritorno…”.

 

La nascita dello Ski Club Torino

Nel giorno più corto del 1901, sull’esempio dei club di Austria e Svizzera, è nato lo Ski Club di Torino e la Rivista del CAI ha registrato l’avvenimento: “Per iniziativa dell’ingegner Adolfo Kind e di altri soci del Club Alpino Italiano il 21 dicembre ebbe luogo in Torino alla sede del Club una riunione tra i dilettanti di pattinaggio alpino cogli ski, nella quale venne fondato lo ‘Ski Club’ allo scopo di addestrarsi al pattinaggio ed alle escursioni cogli ski e di dare uno sviluppo allo sport invernale”. La definizione di “pattinaggio alpino” conferma che lo sci dei pionieri è un mezzo per scivolare sulla neve superando salite e discese. Gli sciatori si sorreggono su un lungo “palo” che dopo qualche anno sarà sostituito dai due bastoni. Il tallone libero rende la pratica assai simile allo sci di fondo con tecnica classica, o passo alternato, anche se i più bravi tentano di imitare la tecnica del telemark importata dalla Norvegia, l’elegante stile di voltata e arresto con uno sci più avanzato dell’altro che è anche chiamato “slancio di telemark”. Subito si guarda ai grandi orizzonti, salendo montagne innevate e scendendo i pendii della Valle di Susa, delle Alpi Marittime e persino delle Alpi svizzere. Nell’inverno del 1903, sulle nevi di Adelboden si tiene il Convegno internazionale degli Ski Club europei, con la partecipazione di club svizzeri, tedeschi, austriaci, italiani e norvegesi. Alla fine di aprile 1905 Adolfo Kind, che ha intuito la convenienza di affrontare l’alta montagna in primavera quando le giornate sono più lunghe e la neve è più assestata, tenta di raggiungere i quattromila metri con gli sci affrontando sul Breithorn il primo ghiacciaio. La bufera lo respinge.

Nel 1907 arrivano le prime gare internazionali al Colle del Monginevro, con buone prestazioni degli sciatori italiani. Adolfo Hess – considerato lo scrittore e l’intellettuale del gruppo – ne approfitta per un ringraziamento, quasi una premonizione: “Se tanto graditi ed indimenticabili ricordi abbiamo riportato… non dobbiamo dimenticare che in questa contingenza tutta la nostra gratitudine va in modo speciale rivolta ad Adolfo Kind, colui che primo in Italia introdusse ed usò gli ski, di cui predicò l’esercizio e previde la diffusione, coll’esempio e colla fede di un apostolo”. È l’ultimo saluto, perché il povero Kind muore ad agosto in un crepaccio del Bernina, lasciando al figlio Paolo l’eredità sportiva e morale dello sci.