Adelaide d'Addario, dalle Dolomiti al Marocco

La giovane scalatrice è stata in Marocco per una spedizione a Taghia con il fidanzato Pietro Garzon. «Roccia bellissima e compatta, un posto da sogno»

Adelaide d'Addario ha solo 21 anni, ma fa già parte della “vecchia scuola” degli scalatori che hanno imparato ad arrampicare su roccia. Quasi una rarità al giorno d'oggi, con la plastica che imperversa, tanto più che la ragazza viene da Mantova, al centro della pianura che più pianura non si può. «È stato mio padre a trasmettermi la passione (Lorenzo, alpinista e guida alpina con diverse importanti ascensioni in curriculum, ndr). Sono nata a Mantova ma ora studio a Trento, lettere, mentre i miei genitori si sono trasferiti in Marmolada. Qua è bellissimo, posso prendere la bici e andare in falesia, in un attimo sei in montagna anche solo per una passeggiata». Adelaide ha iniziato da piccola e non ha più smesso. «Alle medie e fino a metà superiori ho fatto arrampicata sportiva e gare, anche in nazionale con l'under. Europei, due o tre mondiali con qualche buon risultato. Ho avuto modo di vedere un po' il mondo così, è stato bello. Ma a me piace scalare all'aperto, in montagna».

 

La scalatrice -ormai trentina d'adozione- mostra una grande naturalezza sulla roccia, prova ne è il minimo divario tra grado lavorato e a vista della sua arrampicata. «Non mi piace stare troppo su un tiro, o viene o non viene. Lavorato ho 8a+, a vista 8a. Sono innamorata della scalata per quello che è. Delle falesie che ci sono qua mi piace particolarmente Terlago, ma sono stata anche giù a Massone, Laghel, Padaro».

 

Un "sentiero attrezzato" © A. D'Addario, P. Garzon

 

Lo scorso autunno Adelaide è andata in Marocco con il fidanzato Pietro Garzon, a Taghia. È una meta nota dell'arrampicata, nel medio Atlante e la “spedizione” sembra essere andata benissimo. «È un paese che si raggiunge solo a piedi o con i muli. È molto bello ed eravamo felicissimi anche solo della sistemazione, delle persone che abbiamo trovato. La scalata poi è fantastica».

 

Pietro in scalata © A. D'Addario, P. Garzon

 

La cordata non si è certo risparmiata. «Di base volevamo scalare il più possibile, in venti giorni abbiamo fatto una quindicina di vie, ma anche perché Pietro si è ammalato, altrimenti sarebbero state di più. Le montagne sono molto brulle, le vedi da lontano e pensi che la roccia non sia questo granché, poi ti avvicini ed è semplicemente fantastica, molto solida. È incredibile perché sei sopra l'unica montagna nel raggio di 15 chilometri, per il resto c'è il deserto. E poi vedi tutti i colori della valle: giallo, viola in mezzo alla vallata rossa, il fiume che crea una mini foresta vicino al paese».

 

Adelaide e Pietro sono andati a ottobre e hanno trovato condizioni ottime. «Di giorno si inizia a scalare quando c'è ancora l'ombra, comunque in maglietta. Di notte fa freddo da piumino, ma quando arrampichi è più facile avere caldo, anche perché il sole, quando batte sulla roccia, si fa sentire. Ci sono vie corte, di circa 200 metri, ma la più lunga arriva a 800. Puoi scendere in doppia o fare il giro a piedi per una serie di plateau. Ma diventa molto lunga, e poi lì non è come da noi che trovi segnato».

 

Adelaide cita un paio di vie in particolare tra quelle che le sono piaciute di più. «Le riviere turquoise è forse la via più famosa di Taghia, con difficoltà fino al 7b+, protetta a spit come tutte le vie di Taghia. Ed è un bene, perché comunque la roccia è molto compatta sarebbe difficile altrimenti. La chiodatura è piuttosto aerea, serve continuità anche perché la parete spesso diventa aggettante. Ma non ti devi portare dietro niente, in sosta perdi poco tempo, insomma si va veloci e ci si diverte. Lo stile poi varia un sacco: svase, gocce, fessure, tutto sulla stessa via. Abbiamo fatto anche una bella via dura, sul 7c, dove Pietro ha perso le scarpe! Per fortuna eravamo agli ultimi due tiri, fuori dalle difficoltà vere. Comunque l'abbiamo conclusa e poi ci siamo calati, le abbiamo ritrovate».

Ora Adelaide deve studiare per la sessione di esami e di altri viaggi al momento non se ne parla. «Intanto faccio un po' di ghiaccio, non vedo l'ora che arrivi la bella stagione!».