Addio ad Alziro Molin, il rocciatore delle Dolomiti

Soprannominato “il vecchio”, Molin è stato un grande alpinista che da Auronzo, nel Cadore, ha aperto vie leggendarie sulle Dolomiti
Classe 1932, il rocciatore delle Dolomiti Alziro Molin se n’è andato all’età di quasi 91 anni, a causa di una complicanza respiratoria. Soprannominato “il vecchio”, Molin è stato un grande alpinista che da Auronzo, nel Cadore, ha aperto vie leggendarie sulle Dolomiti, come lo spigolo alto in Civetta, la parete nord del Campanile Toro, "via Molin" e la direttissima sulla parete nord dei Crodi, sulle Dolomiti di Sesto.

Tra le Dolomiti e il mondo

Nato tra le montagne, Molin era entrato fin da giovane nei "Camosci di Auronzo", gruppo delle guide alpine del luogo. Negli anni '50 presta servizio militare nella "Julia", 3º artiglieria da montagna e passa poi alla "Cadore" come istruttore militare di sci e roccia. Molin ha guidato e realizzato diverse spedizioni in Cile, Argentina, Bolivia, Marocco, Algeria, Groenlandia, Caucaso ed Ecuador. In particolare, spiccano le Hoggar mountains, l'Hindu Kush e il distretto di Angmagssalik. Insomma, una carriera unica, con migliaia di ascensioni e una cinquantina delle quali intraprese per aprire vie nuove. Una passione che lo aveva portato ad arrampicare fino all’età di circa 70 anni. La Magnifica Comunità ha iscritto Alziro Molin nel libro dell’onore all’interno del quale, al suo fianco, figurano i cadorini illustri nel mondo. Nel 2016, Bepi Casagrande,  sindaco di Pieve di Cadore, aveva realizzato un documentario dedicato allo stesso Molin, con testimonianze di alpinisti e immagini. “La montagna mi ha dato tutto” è stato girato sulle pareti del gruppo del Popena, sopra Misurina. «Con la tua scomparsa, Auronzo e il mondo della montagna perdono una persona che ha scritto pagine fondamentali dell'alpinismo sulle Dolomiti. Da parte di tutta la nostra Sezione, di cui sei stato Presidente, un abbraccio commosso alla tua numerosa famiglia», scrivono i soci del Cai Auronzo.