Coppia di cervi © PixabayLa caccia ai cervi in Abruzzo, prevista per il 14 ottobre, è stata sospesa fino al 7 novembre 2024. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da numerose associazioni, bloccando la delibera della Regione Abruzzoche autorizzava l'abbattimento selettivo di 469 cervi ritenuti "in soprannumero" nei territori di Avezzano, Sulmona, area Subequana, L’Aquila e Barisciano, escludendo le aree protette.
Le associazioni Lav, Lndc Animal Protection e WWF hanno espresso grande soddisfazione per la decisione, sottolineando che la caccia non è una soluzione accettabile per gestire la convivenza tra cittadini e fauna selvatica. In una nota congiunta, hanno dichiarato: "La caccia rappresenta una soluzione di comodo che ignora possibili alternative non violente, sostenuta solo dalla lobby venatoria".
Le associazioni hanno evidenziato come l’abbattimento dei cervi potrebbe avere gravi conseguenze sugli equilibri ecologici, mettendo a rischio la biodiversità. L’eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe influenzare negativamente le dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con effetti a lungo termine sugli ecosistemi locali.
Anche l’Enpa ha fatto appello alla Regione Abruzzo, chiedendo di riconsiderare il piano di abbattimenti e di puntare sulla prevenzione: "È l’uomo che decide le regole, ma l'inverno è un ottimo selettore naturale. Occorre avviare un confronto per trovare soluzioni più rispettose della fauna". La speranza delle associazioni è che la sospensione diventi definitiva.