"Spedizione italiana al Karakorum – K2. Campo II, 1954". Foto di Mario Fantin © Fondo Mario Fantin, Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – Cai TorinoApre domani la nuova sezione espositiva permanente che il Museo nazionale della montagna di Torino dedica alla spedizione del Club alpino italiano che il 31 luglio 1954 vide Achille Compagnoni e Lino Lacedelli arrivare per la prima volta nella storia sulla cima del K2. Con immagini poco note, documenti archivistici, pagine di giornale, oggetti e attrezzature alpinistiche, la nuova sezione spalanca una finestra sul passato e propone il racconto di un’impresa ancora oggi ritenuta mitica, che costituisce il fondamento dell’himalaysmo italiano moderno.
L'allestimento, che ha previsto la riorganizzazione di una parte dell’area dedicata all’alpinismo extraeuropeo, è stato sviluppato con il supporto scientifico del giornalista e storico dell’alpinismo Roberto Mantovani.
La visita offre l'opportunità di conoscere l'equipaggiamento utilizzato dagli alpinisti e di comprendere le sfide affrontate nell’ascensione del mastodonte del Karakorum.
Partendo dalla geopolitica degli anni Cinquanta, ancora annichilita dagli effetti della suddivisione del British Raj nelle due entità nazionali dell’India e del Pakistan, il percorso espositivo prosegue con la descrizione dei luoghi della spedizione e del fondamentale contributo all’impresa dei portatori del Baltistan, la regione in cui sorge la seconda montagna più alta della Terra. Senza ovviamente trascurare il racconto delle fasi salienti della scalata e la sua tempistica, la descrizione della via di salita lungo lo Sperone Abruzzi (la cresta sud est), l’improvvisa morte del valdostano Mario Puchoz, il drammatico bivacco all’addiaccio di Walter Bonatti e del portatore hunza Amir Mahdi, e infine l’arrivo in vetta.
«La colonna portante del Museo Nazionale della Montagna di Torino – affermano il presidente Mario Montalcini e la direttrice Daniela Berta – sono i suoi archivi relativi alla cultura della montagna, non solo italiana, ma del mondo intero, raccolti nell’Area Documentazione insieme alla Biblioteca Nazionale del Cai, una delle più ricche di settore a livello mondiale. Questo patrimonio così ricco ci consente tanto di organizzare mostre temporanee quanto di porci l’obiettivo di rinnovare periodicamente parte dell’allestimento permanente, dando ai visitatori sempre un motivo nuovo per tornare. Nell’anno del suo settantesimo anniversario, ci è sembrato fondamentale offrire una nuova narrazione della spedizione del Cai al K2, momento cruciale nella storia dell’alpinismo mondiale e motivo di grande orgoglio nazionale che vogliamo ricordare e celebrare».
L'inaugurazione della nuova sezione espositiva © Museo Nazionale della Montagna - Cai TorinoL’esposizione è composta dalle attrezzature della spedizione, giunte già nel 1956 e integrate nel 1981 dal Cai con la donazione del “Fondo Spedizione Italiana al Karakorum – 1954”. A queste si sono aggiunti negli anni Ottanta i fondi fotografici e filmici di Mario Fantin, alpinista e operatore ufficiale della spedizione, e nel 2016 l’Archivio Walter Bonatti, in cui si trova ampia documentazione sulla salita. La selezione è arricchita con alcuni beni di recente acquisizione, tra cui le attrezzature di Pino Gallotti e le diapositive di Ugo Angelino (entrambi alpinisti della squadra), ma anche le fotografie di Umberto Balestreri della precedente spedizione del 1929.
L'allestimento fa parte delle iniziative e dei progetti che il Club alpino italiano ha lanciato quest'anno, 70esimo anniversario della spedizione del 1954. In rappresentanza del presidente generale del Cai era presente Angelo Schena, componente del Comitato direttivo centrale con delega alla cultura.
«Il nuovo materiale inedito esposto, dalle fotografie a due delle tende utilizzate dai componenti della spedizione, fino ad arrivare alla tuta utilizzata da Pino Gallotti, è un arricchimento davvero importante di quanto i visitatori trovavano già al museo fino ad oggi», commenta Schena. «Il museo si dimostra ancora una volta il fiore all'occhiello dal punto di vista culturale dell'intero Club alpino italiano».
All'inaugurazione erano presenti il vicepresidente generale Giacomo Benedetti, il presidente del Gruppo regionale Piemonte Bruno Migliorati, il presidente della Sezione di Torino Marco Battain e i presidenti di diverse altre Sezioni del territorio.
«Il Museo Nazionale della Montagna è una parte consistente del patrimonio culturale del Cai, con una valenza non solo piemontese, ma nazionale e internazionale», afferma Benedetti. «Il doppio anniversario dei 150 anni del museo e dei 70 anni della spedizione sul K2 rappresentano un combinazione degna di essere celebrata con un allestimento come quello inaugurato oggi. Un museo che inaugura nuove sezioni permanenti dimostra di essere vivo e pulsante, per questo ringrazio la direttrice e l'intero staff perché ci vuole molta passione, oltre alla professionalità, per portare avanti progetti di questo tipo. Una passione che ci è stata ampiamente trasmessa oggi».
Il progetto è stato sviluppato con il sostegno della Regione Piemonte (nell'ambito del bando “Valorizzazione beni archivistici 2023”), della Città di Torino, della Camera di Commercio di Torino e con il contributo di Vibram e la partnership tecnica di Leroy Merlin.
Dettagli della nuova sezione espositiva © Museo Nazionale della Montagna - Cai Torino