14esimo Ottomila per Marco Camandona: dopo il G2 è suo anche il Gasherbrum I

La guida alpina valdostana è arrivata in vetta insieme al cognato Dante Luboz: salita senza uso di ossigeno supplementare. Il primo Ottomila era stato il Cho Oyu nel 1998
Camandona in vetta al Dhaulagiri © archivio Marco Camandona

Marco Camandona ha raggiunto la cima del Gasherbrum I, completando così la scalata di tutti i 14 Ottomila metri della terra a pochi giorni - era il 22 luglio- dalla salita del Gasherbrum II. L'ascesa è stata compiuta senza ossigeno supplementare: la guida alpina valdostana è il 41esimo alpinista al mondo che ha completato tutte le salite, il 20esimo senza l'uso delle bombole. Tra gli italiani si va ad aggiungere a Reinhold Messner, Sergio Martini, Silvio Mondinelli, Abele Blanc, Mario Panzeri, Nives Meroi, Romano Benet (e Fausto de Stefani, per chi vuole considerare anche la cima contestata).

«Sono felice, sono felice. E fa molto bello, anche molto caldo». Sono state queste le prime parole al telefono con la moglie Barbara dai 6.400 metri del campo II, di ritorno dagli 8.068 metri della cima. Camandona è arrivato sulla cima del Gasherbrum I assieme al cognato Dante Luboz: per lui primo Ottomila in assoluto dopo il tentativo non riuscito all'Annapurna nel 2006. Dopo le foto di rito i due sono scesi al secondo campo in buone condizioni fisiche e dopo un break hanno ripreso il rientro al campo base. Con loro in spedizione c'era anche Abele Blanc, primo valdostano a raggiungere la vetta di tutte le montagne più alte del pianeta (solo il Kangchenjunga con ossigeno).

Abele ha partecipato a molte delle spedizioni di Camandona, aprendogli in un certo senso la strada verso l'alpinismo d'alta quota: dopo la prima spedizione al Manaslu nel 1996 (rinuncia alla vetta per troppa neve), i primi due Ottomila nel 1998, Cho Oyu e Shisha Pangma, in nove giorni. Nel 2000, sempre con Blanc, aveva salito il K2 in un'esperienza che diventò drammatica: cima raggiunta alle 18,15 e una lunga esposizione al freddo, che aveva poi portato l'alpinista al congelamento di alcuni falangi delle dita delle mani e alla loro amputazione.  Gli ultimi Ottomila in ordine di tempi erano stati il Nanga Parbat e il Broad Peak, nel 2022.