“Lo stile alpino è il vero alpinismo” Aleš Česen racconta la cresta ovest del Gasherbrum III

In 7 giorni di scalata Aleš Česen e Tom Livingstone sono riusciti nella salita dell’inviolata cresta ovest del Gasherbrum III. Il racconto della salita nell’intervista ad Aleš Česen.
Tom Livingstone
Tom Livingston e Aleš Česen festeggiati al campo base dopo la salita

Lo scorso 4 agosto, dopo 7 giorni di scalata, Aleš Česen e Tom Livingstone hanno raggiunto la vetta del Gasherbrum III (7952 m) aprendo “Edge of Entropy”, nuova via che passa per l’inviolata cresta ovest.

Tentata per la prima volta nel 1985, da Geoffrey Cohen e Desmond Rubens, la cresta ovest ha accolto ben pochi tentativi nel corso degli anni. Per vedere infatti una nuova cordata destreggiarsi tra le sue difficoltà bisogna attende il 2022 quando, proprio Česen e Livingstone mettono a segno il loro primo tentativo. In quell’occasione riescono a salire bene, fino a 150 metri dalla vetta, quando sono costretti a rinunciare a causa delle condizioni meteo. Due anni dopo eccoli di nuovo in parete, solitari e in stile alpino. Aleš Česen ci racconta l’esperienza vissuta.

 

Aleš, quando è nata l'idea di scalare la cresta ovest del Gasherbrum III? 

Se la mia memoria non è stata influenzata troppo dalle spedizioni in alta quota, l’idea dovrebbe essere nata osservando la montagna dal Broad Peak e dal Gasherbrum IV, dove ho scalato con Luka Lindič nel 2016. È servito del tempo per digerire l’idea, poi abbiamo iniziato a pianificare la spedizione, con Luka. Saremmo anche partiti se non ci si fosse messo in Covid e alcune questioni personali. Quando poi è stato nuovamente possibile organizzare Luka non era più motivato e ho pensato di invitare Tom.

 

Nel 2022, vi siete ritirati a soli 150 metri dalla vetta. Cosa è successo? 

Non sono sicuro se fossero 150 o magari 200 metri. La vetta sembrava piuttosto vicina, ma in realtà non così vicina. Durante il tentativo del 2022 siamo stati costretti dai forti venti ad abbandonare l'idea di scalare la cresta, che è estremamente esposta alle correnti occidentali. Quindi, quando già eravamo sopra i 7000 metri, abbiamo deciso di provare a spostarci più a sinistra, sul versante nord, con l’idea di trovare una linea percorribile.

 

Poi?

Non eravamo logisticamente preparati per quel versante e non avevamo una buona panoramica su come muoverci. Alla fine, la roccia è diventata troppo monolitica e ripida, e con quella meteo non era una scelta intelligente continuare. Così abbiamo deciso di rinunciare, per una combinazione tra la sensazione di essere in un vicolo cieco e le condizioni meteorologiche in peggioramento.

 

Quando avete deciso di riprovare? 

La spedizione del 2022 è stata molto impegnativa, sia da un punto di vista energetico, che di risorse, ma è stata anche utile per imparare qualcosa sulla montagna. Abbiamo visto che è possibile scalare la cresta, con condizioni meteo maggiormente vantaggiose. Da qui l’idea di tornare.

Aleš Česen in vetta Gasherbrum III © Archivio Tom Livingstone

Ci racconti qualche dettaglio sui vostri 7 giorni in stile alpino lungo la cresta ovest?

La salita è andata relativamente liscia. Mano a mano che salivamo verso l’alto abbiamo iniziato a rallentare sempre di più la progressione, a causa della mancanza di ossigeno. Allo stesso modo abbiamo incontrato tratti con roccia non buona e la stessa cosa con la neve. In alcuni tratti, sopra i 7800 metri, la neve era davvero molto soffice. Tutto questo senza dimenticare che ho avuto alcuni problemi di salute, durante l’ultima rotazione di acclimatazione, e ho impiegato parecchio tempo a riprendermi. Diciamo che eravamo abbastanza nervosi all’idea che potessi ammalarmi di nuovo, cosa che fortunatamente non è successa.

 

Avete mai pensato di rinunciare?

Eravamo consapevo che l'intera impresa era molto difficile e poteva non compiersi. Ma non c'è mai stato un momento in cui abbiamo seriamente considerato di tornare indietro.

 

Tom Livingstone ha raccontato di un bivacco senza tenda a 7800 metri…

Si. Avevamo un sacco a pelo caldo, ma non siamo stati in grado di scavare una piattaforma abbastanza grande per montare la nostra piccola tenda o per distenderci. Così abbiamo passato la notte seduti su un piccolo spuntone, cercando di avere brevi periodi di sonno. Ricordo che quella notte ha leggermente nevicato, fortunatamente non c'erano venti forti.

 

Aleš il tuo stile alpinistico è ricercato, in stile alpino. Con questa salita, hai dimostrato che anche nel Karakorum, una zona molto frequentata, si possono ancora trovare vere avventure. Cosa ne pensi?

Non credo che sia uno stile ricercato o di nicchia scalare senza ossigeno e in stile alpino. Per me è normale nell'alpinismo, o dovrebbe esserlo. Con questo non voglio mancare di rispetto allo stile commerciale, che spesso si vede sugli Ottomila, ma per quanto mi riguarda non è alpinismo. Sono cose molto diverse. Ovviamente non è obbligatorio scegliere un estremo o l'altro, esistono molte vie di mezzo e molti stili.