© Museo Montagna"K2 1954 “era come andare sulla luna!” è una mostra organizzata, in occasione dei 70 anni dalla spedizione italiana al K2, dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e dal Trento Film Festival che narra la storica impresa italiana sotto punti di vista inediti: l’impatto che ebbe sull’immaginario di un Paese uscito con difficoltà dalla guerra e l’apporto dell’industria italiana che in pochi mesi riuscì a mettere a punto materiali innovativi, diventati fondamentali nell’evoluzione dell’alpinismo.
Il percorso espositivo della mostra mette in scena materiali delle collezioni e degli archivi del Museomontagna e delle ditte produttrici, per quanto riguarda l’attrezzatura e l’abbigliamento.
Curata da Leonardo Bizzaro, Roberto Mantovani e Vinicio Stefanello e allestita da Roberto Festi, la mostra esplora gli aspetti, fino ad ora poco conosciuti, della storica spedizione sulla seconda vetta più alta della terra. In particolare, il prima e il dopo quel 31 luglio, oltre naturalmente all’impresa alpinistica. I tentativi di salita di Jacot-Guillarmod nel 1902 e del Duca degli Abruzzi nel 1909 (questi ultimi testimoniati dai capolavori fotografici di Vittorio Sella), che diedero speranza a chi fino allora aveva giudicato la montagna “impossibile”. Le esplorazioni della Spedizione Geografica del 1929, con Ardito Desio, Umberto Balestreri e i loro compagni, il sopralluogo del geologo friulano con Riccardo Cassin nel 1953. E soprattutto l’impegno delle aziende italiane che progettarono e produssero in breve tempo una serie di materiali e attrezzature innovativi.
Sulla vetta © Museo MontagnaInnovazione in vetta
Gli scarponi chiodati furono sostituiti dalle suole di gomma. Le corde divennero in nylon, le forme per le bombe e i siluri delle due guerre servirono per realizzare le bombole per l’ossigeno. Piccole aziende di confezioni si misero all’opera per cucire le termotute di piumino, i sacchi a pelo, i guanti. Per l’alta quota ci si inventò uno speciale stivale in pelo di renna e un altro scarpone venne imbottito con pelliccia di opossum. L’allacciatura ad anelli esterni fu poi ripresa dalla Nasa per la missione lunare.
Un passo nella storia
Un altro aspetto che viene affrontato dalla mostra è la grande popolarità degli alpinisti protagonisti della spedizione. Quando Lino Lacedelli e Achille Compagnoni calpestarono per primi la vetta del K2, il 31 luglio 1954 verso le sei della sera, probabilmente non si resero ben conto di quel che avevano fatto. Se ne accorsero nei giorni a venire, quando l’entusiasmo dal mondo cominciò a filtrare dall’altoparlante della radio da campo e definitivamente quando misero di nuovo piede a casa, accolti dal delirio della folla.
«Il K2 rappresentò uno dei primi motivi di orgoglio patriottico di fronte alle potenze del mondo. Era come andare sulla Luna, disse proprio Lacedelli in un’intervista anni dopo quella straordinaria esperienza», scrivono gli organizzatori.
Poi il ritorno, accompagnato da un tifo calcistico, dei primi alpinisti atterrati a Linate e degli altri, che qualche settimana più tardi sbarcarono a Genova. Le aziende che avevano contribuito all’organizzazione della spedizione partirono con serrate campagne pubblicitarie che citavano il K2 o almeno ne raffiguravano la sagoma. Innumerevoli furono gli esercizi commerciali che inserirono il nome della montagna nella loro insegna (e che tuttora se ne fregiano).
L’esposizione sarà visitabile fino al 18 maggio al piano nobile di Palazzo Roccabruna, sede della Camera di Commercio di Trento e dell’Enoteca Provinciale del Trentino, nel cuore storico della città, in occasione della 72esima edizione del Trento Film Festival. Successivamente sarà allestita al Museomontagna di Torino in autunno, all’interno del programma di attività previste per il 150° anniversario del museo. Oltre a celebrare le due importanti ricorrenze che riguardano la spedizione e il Museo, la seconda tappa della mostra vede la sua sede ideale a Torino, Capitale della Cultura d’Impresa 2024.