«Per me l’enigma più facile da risolvere è stato il cruciverba», dicono alcuni.
«Per me quello dove dovevi indovinare qual era l’animale amico che ti aiuta: era la mellonella (il bruco che distrugge e digerisce la plastica, ndr)», dicono altri.
«Per me invece quello dove bisognava indovinare di che colore sono le bottiglie più facili da riciclare. Sono quelle bianche», commentano insieme altri due.
A parlare sono i bambini della 3aA della
scuola primaria Giovanni XXIII di Vedano al Lambro (MB), una delle 35 classi brianzole che hanno partecipato al progetto
“Nelle squame di una trota 2 – In fuga dalla plastica”. Hanno tra i sette e gli otto anni, e si sono entusiasmati a giocare all’escape room proposta dall’iniziativa della
Cooperativa Ecosviluppo e del
Family Cai Macherio Vedano con il patrocinio del
Cai Lombardia.
Un gioco da organizzare in classe, che ha l’obiettivo di trasmettere ai più piccoli l’importanza della
tutela dell’ambiente dalla plastica e del
riciclo. Per arrivare al tesoro i bambini dovevano risolvere cinque enigmi. Per riuscire dovevano collaborare tra loro, non era una competizione.
Il gioco in classe © IC Giovanni XXIII Vedano
Il racconto del gioco dalla viva voce dei bambini
I piccoli brianzoli erano davvero entusiasti, facevano a gara per rispondere alle nostre domande.
«L’enigma dell’animale amico ti dava delle risposte tra cui scegliere: c’era la farfalla, il bruco (la mellonella, ndr) e l’orso, mi sembra», spiega una bimba. I compagni rilanciano: «Siamo arrivati alla risposta perché la mellonella c’era anche in un altro enigma. E poi noi l’abbiamo vista dal vero durante la mostra in palestra (si riferiscono alla mostra organizzata a febbraio 2020 nell’ambito del progetto, ndr)».
Il
cruciverba chiedeva invece di inserire un certo numero di parole. I giovanissimi alunni si ricordano quali erano:
«C’era plastica, umido e vetro», spiega uno. «Poi carta, inquinare e mellonella», dicono altri. E qual era la parola che rimaneva fuori alla fine? «Riciclare», dicono in coro. La parola più importante.
Per molti di loro, al contrario, l’enigma più difficile era quello iniziale: trovare la
parola chiave, una sorta di password, per “entrare” nel gioco. Solo per una bimba è stato il più facile:
«Sono stata io a trovare la parola», spiega orgogliosa. I compagni raccontano: «La maestra aveva scritto “io”, “sono” e la “l” con l’apostrofo sulla lavagna. Noi dovevamo trovare la parola mancante. Era “eroe”». E come avete fatto? «C’era un video dove alla fine c’era scritto “eroe” in una bolla. E poi c’era una lettera che arrivava dal futuro. Un’insegnante del 2121 ci ha scritto che dobbiamo essere degli eroi per salvare il mondo. Abbiamo tempo fino al 2030 per farlo (chiaro il riferimento all’Agenda 2030 dell’Onu, ndr)».
I piccoli alunni protagonisti di Vedano © IC Giovanni XIII Vedano al Lambro
Un approccio interattivo apprezzato dalle maestre
Maria Laura Fonzino, una delle maestre della 3aA, è davvero soddisfatta di questa esperienza.
«È stata una cosa molto carina questo escape room. Soprattutto in un periodo così faticoso, è stato stimolante far giocare i bambini. Con le restrizioni di quest’ultimo anno anche noi insegnanti facciamo fatica a trovare alternative alla didattica classica. Il gioco, poi, aveva un approccio interattivo che ci è piaciuto molto».
Negli enigmi proposti c’erano dei rimandi alla
mostra allestita lo scorso anno, appena prima dell’inizio della pandemia. E gli alunni se ne sono accorti, come hanno spiegato loro stessi più sopra.
«Si ricordavano della mostra, un’ulteriore dimostrazione della validità del progetto. In particolare, della mellonella. Evidentemente sono stati colpiti dal fatto che un insetto possa mangiare la plastica».
Rafforzare concetti già portati avanti in classe
La maestra racconta che i suoi bambini sono stati velocissimi a risolvere i cinque enigmi.
«Meno di un’ora. Il gioco li ha coinvolti molto, erano eccitati. Devo dire che sulla sostenibilità ambientale e sul riciclo abbiamo lavorato molto fin dalla prima elementare. Hanno imparato l’importanza di usare la borraccia, ad esempio, ma anche il ruolo delle api per l’ambiente. Per questo sono stati bravi, motivati e veloci. Questo gioco ha dunque integrato il nostro lavoro, i concetti sono passati e sono stati compresi. Non è stato un passatempo di un’ora».
“Nella squame di una trota 2” ha dimostrato dunque l’efficacia dell’
insegnamento attraverso il gioco. Anche il tesoro è piaciuto ai ragazzi.
«Useremo i cappellini e le bussole per attività future. Vogliamo che le esperienze abbiano un senso, che non cadano. Tutte noi maestre siamo molto contente».
Un’insegnante di un’altra terza,
Angela Fonzeca, conferma:
«I giochi erano accattivanti per i bambini e i tempi calibrati bene. Che sia piaciuto lo dimostra il fatto che una mia alunna pochi giorni fa è arrivata a scuola tutta contenta, con l’invito per la due giorni in rifugio».
La foto mandata da una bambina della 3a A © Nelle squame di una trota
Fotografare il “Golden Ticket” vicino a un fiume
“Nelle squame di una trota 2” prevedeva infatti la possibilità di continuare nel gioco da casa con il “Golden Ticket”, che faceva parte del tesoro. A raccontarcelo gli stessi bambini della 3aA:
«C’era un indovinello, dovevamo risolverlo e fare una foto nel posto indicato. La risposta era “fiume”. Dovevamo andare vicino a un fiume e fotografare il “Golden Ticket”, incorniciandolo con elementi della natura».
La foto inviata da un bambino della 3a A © Nelle squame di una trota
Due giorni in rifugio per concludere il progetto
Sette bambini che hanno mandato la foto parteciperanno all’ultima fase del progetto. Due giorni,
sabato 5 e domenica 6 giugno, da trascorrere al
Rifugio Carlo Porta ai Piani dei Resinelli (LC). Qui la Cooperativa Ecosviluppo e il Family Cai Macherio Vedano organizzeranno laboratori e attività a tema ambientale.
«I giovanissimi partecipanti diventeranno protagonisti di una storia, scritta da loro e per loro. Una storia da cui sarà ricavato un docufilm», spiega Ruggero Gariboldi del Family Cai.
La domenica ci sarà infine, sempre al Rifugio Porta, un momento di festa al quale sono invitati tutti i bambini che hanno preso parte al progetto.
La chiacchierata con gli alunni di Vedano si conclude con un
«Sìììì» gridato dall’intera classe. La domanda era:
vi siete divertiti a giocare?