Una cinquantina di interventi tra impianti a fune, piste da sci, nuovi centri di ricettività, servizi e infrastrutture. "La dimostrazione che l’opposizione e una grande ondata di sdegno era ed è fondata sul rispetto delle leggi", fanno sapere dal Comitato tutela Alpe Devero
Il
Piano Strategico “Avvicinare le Montagne” è stato ritirato. Si tratta una cinquantina di interventi tra impianti a fune, piste da sci, bacini idrici, cannoni per la neve artificiale, percorsi per MTB, nuovi centri di ricettività, servizi e infrastrutture per trasformare
il patrimonio naturale del Devero in un complesso turistico invernale ed estivo. Un grande Piano proposto nel 2018 dalla Provincia di Verbano Cusio Ossola e quattro Amministrazioni comunali all’interno di un sito Natura 2000 protetto dall’Unione Europea come Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale.
I promotori, dopo cinque anni di attese e promesse non realizzate, hanno dovuto fare i conti con quello che era chiaro fin dall'inizio:
la vigente normativa, regionale, nazionale ed europea, non consente l’attuazione del progetto, fanno sapere dall’associazione Comitato Tutela Alpe Devero. Tra i sostenitori dell’associazione, anche il Club alpino italiano.
«Non sono stati “ostacoli burocratici”: il grande piano non è riuscito a superare la necessaria Valutazione Ambientale Strategica (VAS). È la dimostrazione che l’opposizione di comitati, associazioni, aziende lungimiranti, e di una grande ondata di sdegno (la petizione “Salviamo l’Alpe Devero” su Change ha superato 108.000 firme) era ed è fondata sull’ineludibile principio di civiltà: il rispetto delle leggi», scrive l'associazione in
un comunicato stampa.
«Ma la malcelata aspirazione a mettere le mani sullo straordinario patrimonio collettivo del Devero è tutt'altro che rimossa: imprenditori, pubblici amministratori e politici stanno cambiando strategia. Ripropongono vari interventi, uno alla volta, auspicando una loro più facile approvazione. Il Comitato Tutela Devero continua il suo indefesso e indispensabile monitoraggio del territorio e delle contraddizioni normative insite nei singoli progetti. Le azioni di tutela comportano spese per analisi ambientali e legali», conclude l'associazione.